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A Prato il turismo diventa industriale… e le fabbriche raccontano storie
Palcoscenico e racconto allo stesso tempo, emozioni e storie: quelle di una città che sul tessile ha costruito a lungo la sua fortuna. Le fabbriche di Prato e provincia, le più antiche come le moderne, diventano l’oggetto di una nuova esperienza di viaggio. Un appuntamento ogni ultimo fine settimana del mese. Non è la prima […]
Palcoscenico e racconto allo stesso tempo, emozioni e storie: quelle di una città che sul tessile ha costruito a lungo la sua fortuna. Le fabbriche di Prato e provincia, le più antiche come le moderne, diventano l’oggetto di una nuova esperienza di viaggio. Un appuntamento ogni ultimo fine settimana del mese.
Non è la prima volta che il territorio laniero per eccellenza della Toscana si adopera nel portare i turisti in fabbrica: fu già fatto circa venti anni fa, ma la proposta si limitava allora alla promozione dello shopping negli empori aziendali. Stavolta invece è stato confezionato un prodotto turistico molto articolato: le manifatture, storiche e d’avanguardia, diventano teatro, ospitano eventi e provano a raccontare storie ed emozioni, prendendo per mano il turista e portandolo a esplorare il più grande distretto tessile d’Europa.
Un viaggio per appassionati di architettura industriale, moda e design in un polo fortemente innovativo, cresciuto sul recupero delle materie prime e dove l’arte del riciclo – con il cardato, lavorando ‘cenci’ di lana provenienti da tutto il mondo – parte da lontano, dal Medioevo.
“Un’idea molto originale, per un itinerario diverso non solo di archeologia industriale ma che racconta una realtà economica tuttora viva – ha commentato il presidente della Toscana Eugenio Giani, durante la conferenza stampa di presentazione –. Questo andare in fabbrica come in un museo – si sofferma – può essere un modello anche per altri distretti industriali”.
“Tipo Prato”: un progetto esperienziale dentro e fuori dalle fabbriche
“I viaggi di affari – ha sottolineato l’assessore all’economia e al turismo della Toscana, Leonardo Marras – si sono trasformati: oltre a un evento commerciale hanno bisogno di esperienze. E qui l’idea geniale è stata trasformare quell’esperienza in fabbrica in qualcosa di popolare. Ma c’è di più: perché aprire le porte delle manifatture e socializzare ciò che si è, è un manifesto di splendore e trasparenza”.
Un nuovo prodotto, un “Tipo”, tenuto a battesimo in via sperimentale a fine 2021 – positive le risposte – e che, con il 2022, vuole riproporsi più strutturato, con un programma di laboratori creativi per grandi e piccoli, spettacoli e appuntamenti già in calendario fino a maggio e che poi riprenderà dopo l’estate. Una nuova frontiera: qualcosa sicuramente nuovo nell’offerta regionale, per attrarre turismo nazionale e internazionale. Un’esperienza di visita esclusiva in luoghi industriali suggestivi e ricchi di fascino.
Un progetto “immersivo ed esperenziale” che arricchisce l’offerta turistica dell’area pratese caratterizzata fino ad oggi, oltre che dai percorsi tra chiese, musei e ville medicee, dall’arte contemporanea (con il Centro Pecci), da cammini naturalistici (dalla Via della lana e della seta alla Via medicea), dall’enogastronomia (i vini Doc e Docg di Carmignano e prodotti Slowfood come la mortadella di Prato, i fichi secchi di Carmignano, le “pesche” di Prato o i cantucci con la mandorla) o dall’archeologia etrusca.
“Si tratta di un progetto che parla di noi: siamo noi, ci rappresenta con la nostra cultura – spiega il sindaco di Prato, Matteo Biffoni –. E quando poi il turista arriva in città può esplorare molto altro: Filippo Lippi, Palazzo Pretorio, l’arte contemporanea del Pecci”.
Tipo Prato è un modello di turismo contemporaneo: un “dentro e fuori” dalle fabbriche, tra eventi culturali, spettacoli, trekking urbano e momenti per le famiglie, nella città del Museo del tessuto, del Centro Pecci e del Mumat – Museo delle macchine tessili di Vernio, modello di imprenditorialità, cura dell’ambiente e progettazione culturale.
Ogni sabato dell’ultimo fine settimana del mese Tipo proporrà spettacoli in luoghi della produzione tessile solitamente non aperti al pubblico; la domenica ci si muoverà invece sul territorio, per scoprire il patrimonio di architettura industriale e di ex fabbriche rigenerate con progetti di innovazione urbana. In programma anche laboratori didattici per bambini al Museo del tessuto, al Centro Pecci e al Mumat.
Il programma fino a marzo
Il 29 gennaio il palcoscenico sarà così quello dell’azienda Picchi, con uno spettacolo del musicista, comico e blogger Elianto.
Il 30 gennaio toccherà al lanificio Lucchesi, con laboratori per famiglie.
Il 26 febbraio l’azienda Ricceri ospiterà il giornalista Federico Rampini e il suo spettacolo “Moriremo cinesi?”, tema doppiamente di attualità in un distretto connotato da una forte presenza di aziende e immigrati provenienti dal grande paese asiatico.
Il 27 febbraio occhi puntati sulla rigenerazione urbana e sulle trasformazioni subite da grandi edifici industriali del passato diventati ‘altro’: dal polo Campolmi, che in pieno centro della città ospita oggi il Museo del tessuto e la biblioteca Lazzerini, all’ex lanificio Bini nella corte di via Genova, oggi effervescente realtà artisica e sociale, fino alla ex Anonima Calamai, tra i più grandi complessi industriali cittadini, e il Macrolotto Zero.
A marzo ci si sposta in provincia: il 26 alla Cartaia di Vaiano, dove si esibirà il musicista Fabio Celenza, e il 27 alle origini della grande industria tessile pratese, dal Museo delle macchine tessile di Vernio all’ex lanificio Romei di Cerbaia e il villaggio fabbrica Forti de La Briglia.