Boom per il mercato dei viaggi on line: l’importanza della gestione dei dati

Pubblicato sab 24 luglio 2021 18:47:52

Il mercato dei viaggi è sempre più digitale. Negli ultimi anni prenotazione di strutture alberghiere e voli aerei, noleggio di macchine, sono diventati sempre di più servizi a portata di un click. Se nel 2020 il mercato globale dei viaggi online valeva circa 432 miliardi di dollari, in soli 5 anni entro il 2025 toccherà quota 833 miliardi di valore, con un aumento stimato del 93%. Un trend dirompente che sta incidendo sempre di più sulle scelte, le strategie e sugli investimenti dei maggiori player del settore turistico (il 65% del fatturato globale dell’intero settore deriva da operazioni e transazioni sui canali online). 

Secondo un’indagine di Research And Markets il mercato più redditizio sarà quello asiatico, con un tasso di crescita del 6,9%, seguito da quello africano (5,4%) e da quello mediorientale e nordamericano, che prevedono un aumento rispettivamente del 4,3% e 4,1%. Segnali positivi anche per il mercato europeo che, stando a quanto pubblicato su PhocusWire, raggiungerà i 324 miliardi di euro entro il 2023. Ma non è tutto, perché oltre la metà della prenotazione dei viaggi da parte degli europei è stata effettuata online nel pre-pandemia e le piattaforme del settore cresceranno del 5% nei prossimi anni. Una chiara testimonianza di come la Data Integration rappresenti uno strumento indispensabile per migliorare i servizi e l’esperienza del cliente oltre che i processi operativi e decisionali interni, aumentando il margine competitivo soprattutto per quanto concerne i viaggi online. 

L’utilizzo di Big Data per aiutare le compagnie di viaggi online a migliorare i propri servizi e processi è un metodo condiviso da una ricerca pubblicata su Analytics Insight secondo cui il 60% di chi visita un sito web tende a non farci ritorno. Ottimizzare la gestione dei dati aiuta dunque a fidelizzare il consumatore. E ancora, secondo un’indagine della compagnia charter StratosJets, circa 700 milioni di persone effettueranno delle prenotazioni online entro il 2023 e l’83% degli adulti americani preferisce il web alle agenzie di viaggio tradizionali. Ma non è tutto, perché ogni anno si stimano oltre 148 milioni di prenotazioni e il 70% dei consumatori vuole effettuare le proprie ricerche utilizzano gli smartphone. Secondo gli esperti, infatti, una migliore integrazione dei dati, inoltre, aiuterebbe a migliorare le esperienze online dei consumatori: il 99%, infatti, vorrebbe poter navigare attraverso delle ricerche personalizzate.

“Le piattaforme del settore dei viaggi online rappresentano oramai un ecosistema intricato, fatto da molte connessioni con servizi add-on esterni, come possono essere la prenotazione di soggiorni completi di volo, pernottamenti, auto e acquisto di servizi ed esperienze in loco – ha spiegato Stefano Musso, CEO di Primeur, multinazionale specializzata in soluzioni di Enterprise Data Integration –. Queste piattaforme si trovano quindi a ‘dialogare’ con una miriade di sistemi diversi, con funzionalità e linguaggi diversi, ma devono riuscire a fornire una user experience unica. Tutto il movimento dei dati tra un applicativo e l’altro, fino ad arrivare alla gestione dei pagamenti, deve avvenire ‘dietro lo quinte’ dell’esperienza di chi naviga e prenota: automatizzare e rendere sicure le operazioni è fondamentale, soprattutto quando vi è una forte mole di dati e informazioni sensibili. Anche a questo serve la Data Integration, a far viaggiare questi dati tra i diversi sistemi di gestione, prenotazione, pagamento, in totale sicurezza, al momento corretto e nel formato corretto. L’unico modo per poter ottenere grandi risultati attraverso un sistema sostenibile nel tempo è adottare una strategia di integrazione dati flessibile e supportata da un software specifico. Il tutto chiaramente deve poi rispettare le norma GDPR e quindi tracciabilità, masking e controllo immediato su tutti i dati personali.  Di questo ci occupiamo in Italia e nel mondo da oltre 30 anni, lavorando con le più importanti aziende Fortune 500. Una grande soddisfazione per un’azienda italiana che spesso viene preferita ai giganti della Silicon Valley”.

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